Si chiama Gadus Morhua, ed è un pesce di mare che abbiamo
mangiato molto più spesso di quanto il nome faccia presagire. Sì, stiamo
parlando di “merluzzo”, un nome più rassicurante e a noi più familiare e che ci
toglie dal viso quella traccia di preoccupazione che ci era calata dopo il nome
precedente.La parola merluzzo deriva di ‘mar lucius‘, nome scelto dagli
antichi Romani per indicare un pesce che si caratterizzava per una stretta
somiglianza con un pesce allora molto diffuso: il luccio di mare.
Diffuso nell’Oceano Atlantico settentrionale, Pacifico
settentrionale e assente nel Mediterraneo, il merluzzo ha un corpo slanciato ma robusto,
dal colore variabile tra il grigio, il verde e il marrone, con macchie di tinta
più chiara. La zona ventrale, invece, è bianca. La testa è grande rispetto al
tronco, mentre fra le caratteristiche si notano anche un barbiglio biancastro
sotto la bocca e tre pinne sul dorso. Un’altra particolarità è la sporgenza
della mascella superiore rispetto a quella inferiore.
Merluzzo atlantico: Gadus Morhua |
Con il termine merluzzo, tra i pesci commestibili più
diffusi al mondo, ci si riferisce solitamente al merluzzo bianco o comune
(Gadus morhua), al merluzzo del Pacifco (Gadus macrocephalus) e al merluzzo
della Groenlandia (Gadus ogac), con nomi differenziati in base alla loro
provenienza ma tutti appartenenti ad un solo genere noto come ‘Gadus‘.
Nel Mediterraneo si pesca invece il nasello: una varietà di
merluzzo meno pregiata, che non ha mai l’onore di diventare baccalà, e neppure
stoccafisso: si mangia fresco, o congelato. Seppur sovente accomunati, merluzzo
e nasello sono due pesci differenti: il nasello appartiene infatti al genere
Merluccius ma, anche se spesso è considerato un esemplare di merluzzo giovane,
è un animale diverso per struttura e caratteristiche. La loro similitudine è
legata piuttosto alle proprietà nutritive con minime differenze a livello di
quantitativo di grassi e calorie che, nel caso del merluzzo sono
rispettivamente 0,30 g e 91 calorie, mentre per quanto riguarda il nasello i
valori medi si attestano su 0,67 g e 82 calorie.
Nasello: Merluccius merluccius |
Prima di approfondire la lavorazione e le proprietà
nutrizionali del merluzzo, va detto che la denominazione generica è comunemente
impiegata anche per riferirsi ad altre specie. Fra queste c’è innanzitutto il
nasello (Merluccius merluccius), così come il merluzzo imperiale (Aulopus
filamentosus). Quello del Pacifico (Gadus macrocephalus), invece, è più piccolo
e maculato, mentre il merluzzo carbonaro (Pollachius virens), tozzo e di taglia
media, ha carni più grasse. Il merlano (Merlangius merlangus), pur essendo di
dimensioni inferiori, è strettamente imparentato con il nasello, rispetto al
quale ha una diffusione molto simile e carni ugualmente magre.
Abbiamo, quindi stabilito che questo pesce, finché sta in acqua, si
chiama merluzzo. Quando invece viene mosso ad uscirne dalle sottili arti degli
uomini: quando cioè viene pescato con appetitose esche a base di calamari o di
altri pesci, cambia due cose: lo stato esistenziale (passa da vivo a morto), e
il nome. Perde quello di prima (merluzzo), e ne prende un altro. Anzi due: a
seconda di come viene trattato.
Da secoli presso le isole Lofoten – un arcipelago al largo
della Norvegia e non lontano dal Circolo polare artico – si pescano merluzzi di
grande qualità e si applica la tecnica per trasformare il merluzzo in stockfish
(pesce bastone), appellativo poi italianizzato nel termine “stoccafisso”.
L’essiccazione dei pesci, decapitati, avviene su apposite strutture di legno, esposte
ai venti e al sole vicino al mare, rende i merluzzi (fish) molto rigidi e duri
(stock) e conservabili, nonché immuni da infestazioni tipiche del pescato di
mare, come l’anisakis.
Stockfish |
Gli scambi e i commerci con l’Europa meridionale favorirono
la diffusione del sale, raro e prezioso in Scandinavia, ingrediente
fondamentale per la messa a punto di un altro metodo per trattare e conservare
il merluzzo dopo la pesca. La salatura, infatti, divenne la base per produrre
il baccalà, una specialità molto popolare in Italia e in altri Paesi
dell’Europa del Sud. Il sale serve per tirar fuori dalle sue cellule l’acqua: quindi
per essiccarlo, allo scopo di conservarlo a lungo.
Baccalà |
Il baccalà è insomma il merluzzo pulito, diliscato, salato e
imbarilato. "Baccalà" deriva dalla parola basso tedesca bakkel-jau che significa "pesce salato" che è una trasposizione di bakel-jau che significa "duro come una corda", questo modo di lavorare il merluzzo è entrato nelle tradizioni
gastronomiche mediterranee fino a diventarne parte integrante, e le numerose
ricette per preparare il baccalà ne sono la prova.
Per rendere lo stoccafisso commestibile, è necessario prima
batterlo per sfibrarlo e, in seguito, immergerlo in acqua fresca per alcuni
giorni, in base alle dimensioni della porzione, fino al raggiungimento della
consistenza idonea delle carni.
Nel caso del baccalà, invece, l’immersione in acqua è più
breve, ma deve essere preceduta da un’accurata dissalatura seguita da alcuni
giorni di rinvenimento in cui l’acqua andrebbe sostituita ogni sei ore, ma è
sufficiente cambiarla 2 volta al giorno.
Molva |
Brosme |
Un occhio attento riesce a riconoscere subito quando il baccalà può
fregiarsi di questo nome, ma non tutti hanno la giusta esperienza per farlo,
ovviamente se lo si trova già tagliato a filetti ed ammollato, diventa ancora più ardua la
riconoscibilità.
Un metodo per analizzare la qualità del baccalà e guardarne
il prezzo!
Troppo poco significa quasi sempre pessima qualità e nel 90%
dei casi ci troviamo di fronte un prodotto che non è baccalà ma una pessima
imitazione.
Altro metodo è quello di consultare le tabelle del prodotto; ricordate che, per legge, a fregiarsi del nome di baccalà (o stoccafisso) sono solo quelli derivati da merluzzi gadus morhua e gadus macrocephalus.
Altro metodo è quello di consultare le tabelle del prodotto; ricordate che, per legge, a fregiarsi del nome di baccalà (o stoccafisso) sono solo quelli derivati da merluzzi gadus morhua e gadus macrocephalus.
Perché il merluzzo è così importante?
È economico, abbondante (ogni femmina depone tre milioni di
uova per volta!), nutriente, dieteticamente prezioso (i pochi grassi che ha
sono grassi insaturi, che invece di far male fanno bene), non deperibile,
facilmente trasportabile.
Ma c’è di più: il merluzzo è l’omologo acquatico del maiale,
perché di lui non si butta via niente. In Norvegia la testa del merluzzo viene
bollita. La lingua è considerata una vera ghiottoneria, mentre le guance
vengono fritte in pastella. Le uova di merluzzo, lessate nella loro sacca, si
mangiano affettate: il fegato, cotto in salsa.L’olio di fegato di merluzzo lo si prende perché contiene
molte vitamine. Per buttarlo giù, per via dell’odore (e del sapore) nauseante,
ci vuole comunque del fegato. Lo stomaco del merluzzo viene spedito in
Giappone: là ci infilano dentro degli altri pesci, e poi lo usano per il sushi.
Pochi sanno che lo stomaco del merluzzo viene cucinato anche in Calabria e in
Sicilia.
Valori Nutrizionali del Merluzzo:
Calorie, Grassi e Proteine
Calorie, Grassi e Proteine
- Merluzzo fresco. Calorie: 91 kcal; Proteine: 17 g; Grassi: 0,3 g; Colesterolo: 50 mg; Sodio: 77 mg.
- Stoccafisso secco. Calorie: 356 kcal; Proteine: 80 g; Grassi: 4 g; Colesterolo 82 mg; Sodio: 500 mg.
- Baccalà secco. Calorie: 122 kcal; Proteine: 29 g; Grassi: 1 g; Colesterolo: 82 mg; Sodio: 3989 mg.
Nel caso del baccalà,
l’elevatissimo contenuto di sodio evidenzia la salatura. Prendendo come
principale riferimento il prodotto fresco, spicca un buon contenuto di proteine
ad alto valore biologico, abbinato a un apporto di grassi davvero minimo, fra i
quali comunque prevalgono i polinsaturi, mentre la presenza di colesterolo è
molto scarsa. Oltre ai quantitativi riportati, sono da segnalare dosi notevoli
di niacina, vitamine del gruppo B – come la preziosa B12 – e minerali,
specialmente fosforo, iodio, ferro, calcio e potassio.
Il merluzzo, quindi, è un alimento magro ma nutriente,
adatto anche alle diete dimagranti, nonché privo di allergeni e sostanzialmente
idoneo anche per chi soffre di intolleranze alimentari.
Pasta con piselli e baccalà
Linguine al baccalà
Pasta con piselli e baccalà
Linguine al baccalà
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