Quante volte leggiamo di montagne di cibo che vanno a finire
nella pattumiera?
Eppure si parla e, non giusto per far conversazione, di fame nel
mond; molte ONLUS ci mostrano in TV lo stato di profonda inedia in cui versano
soprattutto bambini, spesso di colore, dai grandi e dolci occhioni e dai ventri
gonfi dalla malnutrizione.
Eppure noi, popoli “civilizzati” buttiamo via cibo ancora
commestibile per una cifra di oltre 450 €/anno.
Tale spreco è intollerabile sia
sotto il profilo ambientale che sotto quello etico, ma nella società dei
consumi, quella nella quale siamo ben lieti di parteciparvi ipocritamente, è un
fenomeno determinato da molteplici fattori e praticamente ineliminabile.
Se ne parla poco, ma la maggior parte dello spreco avviene molto
prima del consumo alimentare: nei campi dove tonnellate di prodotti vengono sotterrati
e distrutti per tenere alto il prezzo, nell’industria alimentare che preleva,
per la trasformazione, solo le parti interessate e getta il resto e infine nella distribuzione
dove migliaia di derrate vengono buttate perché in fine di scadenza.
In queste pagine, mi rivolgo alla famiglia, perché nulla
posso, se non indignarmi, contro i colossi dell’alimentazione ed al “cuciniere”
di casa sono destinate queste note dedicate alla cucina del riuso degli scarti (bucce
di patate, di piselli, di carciofi…) e degli avanzi di pane, pasta, riso,
carne, verdure, pesce.
Le tradizioni regionali ci suggeriscono piatti formidabili
come il pancotto, la pappa al pomodoro, la ribollita. I timballi, le frittate
di maccheroni, polpette e polpettoni, gli sformati…
Timballo |
Frittata di pasta |
Polpettone la forno |
La cucina degli avanzi e degli scarti assume così la dignità
di una grande cucina, fatta oggi non per risparmiare, ma per il piacere di ottenere
pietanze di grande gusto utilizzando prodotti che sarebbe peccato buttare via
perché buoni.
Ma c’è anche chi utilizza quella cucina e quelle tecniche
partendo non più dagli avanzi, ma dal cibo fresco: si cuoce più pasta per poi
farne, il giorno dopo, una bella frittata. E che dire delle polpette dai
mille sapori, che un tempo venivano preparate il lunedì con l’avanzo degli
arrosti della domenica e che oggi si fanno quando capita, anche con il macinato
fresco, fritte, in tegame o ripassate al pomodoro.
Insomma, un mondo attuale e saporito che trae origine da un
passato che non c’è più, ma che vive con i gusti e le capacità di oggi,
ereditate dai saggi insegnamenti di chi quei piatti li preparava per necessità.
(Da Prefazione a "La cucina del riuso": Paolo Petroni - Presidente dell’Accademia Italiana della
Cucina)
Pasta e piselli con baccalà
n.b. Le immagini sono tratte dal web e salvo indicazioni contrarie di libero riuso. Ovviamente fartò ammenda in caso di contestazioni.
Pasta e piselli con baccalà
n.b. Le immagini sono tratte dal web e salvo indicazioni contrarie di libero riuso. Ovviamente fartò ammenda in caso di contestazioni.
Nessun commento:
Posta un commento