domenica 7 dicembre 2014

Trippa co' caso e ova

Ho già scritto a proposito della trippastavolta voglio proporre una preparazione molto particolare che fa riferimento ad Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, grande cuoco e letterato napoletano, autore di quella "Cucina Teorico-Pratica", prezioso ricettario di riferimento della tradizione culinaria partenopea, pubblicato in seconda edizione nel 1839 in dialetto.


Tralasciando la preparazione preliminare della trippa, visto che la compriamo già cotta, lavata e sbiancata, questa, cioè la trippa,

..... la fielle purzì quanno è cotta, e po' la miette dinto a 'na cazzarola co no poco de nzogna, presutto ntretato e petrosino, sale e pepe; farraje lo sbattuto d'ova e caso grattato e ne le mbruoglie pe' mmiezo e accossì la farraje servì.

(in poche parole, la trippa viene tagliuzzata sottile e messa sul fuoco in una casseruola con un po' di sugna (o olio extravergine), prosciutto tritato e prezzemolo, sale e pepe; nel frattempo si prepara un battuto di uova e formaggio grattugiato, si  mescola il tutto e lo si serve. Io aggiungo del basilico fresco e qualche goccia di limone.



Trippa al gratin

Una ulteriore variante del grande Cavalcanti cita:
...(la trippa) la faje felle felle e l'accuonce dint'a nu ruoto, co pane grattato, limone e no poco de petrosino, sale e pepe e no poco de butirro e la farraje ngrattini' a lo furno.

Penso che non occorra traduzione, la preparazione è semplice, chiara e squisita.
Da bere Falanghina dei Campi Flegrei.

2 commenti:

  1. Curiosa e interessante interpretazione della trippa. L'ho provata e l'ho trovata diversa dal solito cliché della trippa. Buona e fresca. Da riprovare

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    1. Certamente è un modo "diverso" di cucinare la trippa e bisogna "entrarci" per conoscerla, ma è una della tante perle che si trovano nella tradizione, che vale la pena di riscoprire.
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